Ben ritrovati dal Rione Monti per questo quarto appuntamento in compagnia del nostro amico Sisto, oggi parleremo di Monte Sant’Angelo.


Sisto: “Monte Sant’Angelo, situato vicino il Lago di Martignano, ha ospitato un villaggio sorto tra il XII ed il X secolo avanti Cristo ovvero durante l’epoca che caratterizzava il passaggio tra il ferro ed il bronzo. Esempi similari, presenti nel nostro circondario, sono stati individuati a Luni sul Mignone ed a Monterano,  essi vengono ricondotti alla civiltà Protovillanoviana e Villanoviana.

Il termine Villanoviano deriva dal nome di una località sita vicino Bologna dove, tra il  1853 ed il 1855, furono scoperte diverse sepolture con corredi fino a quel momento sconosciuti. Tale civiltà occupava il territorio che va dalla sponda nord del fiume Tevere fino al fiume Arno, una parte dell’Emilia Romagna e diversi insediamenti in Campania. La caratteristica che accomunava questi popoli era la sepoltura dei loro defunti, essi venivano deposti in urne cinerarie biconiche, composte da un’anfora a doppio cono chiusa all’estremità da una ciotola, con corredi funebri di bronzo e terracotta.

Il sito di Monte Sant’Angelo, fu individuato alla fine dell’800 da importanti studi eseguiti dal conte Adolfo Cozza ed il sign. Angelo Pasqui. Gli studiosi riconobbero sulla sommità del monte uno spianamento artificiale delle dimensioni di un ettaro con cospicui resti di una fortificazione composta da sassi informi e terra. Al suo interno, erano presenti delle capanne circolari, disposte in modo tale da creare un insediamento a forma piramidale che si ripercuoteva anche a livello sociale.

Sulle pendici sud-occidentali del monte, sono stati ritrovati quattro sepolcreti con tombe ad incinerazione, riferibili all’età del bronzo e alla prima età del ferro.

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La società villanoviana era inizialmente dedita all'agricoltura e all'allevamento, ma progressivamente le attività artigianali specializzate, in particolar moto la metallurgia e la ceramica, generarono accumulo di ricchezza e favorirono la stratificazione sociale. Successivamente le popolazioni tendono ad abbandonare gli altopiani sui quali si erano stanziate nel periodo precedente con finalità essenzialmente difensive, privilegiando pianori e colline adiacenti per poter meglio sfruttare le risorse agricole e minerarie. Gli insediamenti si caratterizzano per una maggior concentrazione e per la loro collocazione in prossimità di vie di comunicazioni naturali e di approdi fluviali, lacustri e marittimi.

Nel Lazio settentrionale la progressiva crescita demografica e la vicenda dei rapporti, spesso non pacifici, tra i centri abitati protostorici, portò alla nascita di grandi centri abitati, per aggregazione di villaggi anche non vicini tra loro.
Questo getta è l’inizio di una nuova avventura archeologia che traccia la nascita di un popolo che cambierà la penisola italica tra il IX ed il XII secolo avanti Cristo: gli Etruschi."


Se siete interessati a visitare un sito Etrusco di origine Villanoviano vi proponiamo di andare a Civitella Cesi e più precisamente a San Giovenale. Per oggi è tutto, con la prossima pillola di Sisto inizieremo a parlare degli Etruschi.